Assegno Unico: attenzione a quando decade il diritto e cosa fare per evitarlo

L’Assegno Unico è una delle misure previste dal Governo per le famiglie con figli. In alcune circostanze non si ha più diritto. Ecco quando.

L’Assegno Unico e Universale è un’agevolazione di cui possono usufruire le famiglie per ogni figlio a carico fino al compimento dei 21 anni e senza limiti d’età per i figli disabili. Per i nuovi nati, decorre dal settimo mese di gravidanza.

Assegno Unico: cos'è
Cosa prevede l’Assegno Unico, il sostegno per le famiglie con figli – 20centesimi.it

Ne hanno diritto i lavoratori dipendenti, gli autonomi, i pensionati, i disoccupati e gli inoccupati, e il suo importo varia in base all’ISEE, tenendo conto dell’età dei figli a carico e di altri elementi. Ci sono dei casi in cui però il diritto decade. Ecco quando.

Quando non si ha più diritto all’Assegno Unico

Si ha diritto all’Assegno Unico per i figli a carico fino a 21 anni e senza limite d’età per i disabili. Per ottenerlo è necessario possedere alcuni requisiti di cittadinanza, residenza e soggiorno. 

Assegno Unico: quando decade
Quando decade il diritto a percepire l’Assegno Unico – 20centesimi.it

Vale a dire, essere:

  • cittadino italiano o di uno Stato membro dell’Unione europea o suo familiare, titolare del diritto di soggiorno o del diritto di soggiorno permanente
  • cittadino di uno Stato non appartenente all’Unione europea in possesso del permesso di soggiorno UE per soggiornanti di lungo periodo
  • titolare di permesso unico di lavoro autorizzato a svolgere un’attività lavorativa per un periodo superiore a sei mesi o titolare di permesso di soggiorno per motivi di ricerca autorizzato a soggiornare in Italia per un periodo superiore a sei mesi
  • soggetto al pagamento dell’imposta sul reddito in Italia
  • residente e domiciliato in Italia
  • o essere stato residente in Italia per almeno due anni, anche non continuativi, ovvero titolare di un contratto di lavoro a tempo indeterminato o a tempo determinato di durata almeno semestrale

L’importo erogato varia in base all’ISEE ma l’Assegno unico può essere richiesto anche in assenza di ISEE: in questo caso verrà corrisposto il minimo. Ci sono dei casi in cui però il beneficio decade. Questo può succedere quando il figlio maggiorenne inizia a lavorare. Per avere diritto all’assegno, infatti, i figli devono:

  • frequentare un corso di formazione scolastica o professionale, o un corso di laurea
  • svolgere un tirocinio o un’attività lavorativa e possieda un reddito complessivo inferiore a 8mila euro annui
  • essere registrati come disoccupati e in cerca di un lavoro presso i servizi pubblici per l’impiego
  • svolgere il servizio civile universale

Quindi se i figli maggiorenni lavorano, è possibile perdere il diritto all’Assegno Unico. Ma se il reddito da questi percepito è inferiore ad una certa soglia, l’assegno spetterà ancora. Infatti, per poter ottenere ancora l’erogazione dell’assegno, il reddito del figlio maggiorenne che lavora non deve superare gli 8.000 euro l’anno. 

Laddove invece il reddito è più alto, è necessario comunicare all’INPS la variazione di reddito del figlio, cosa che farà immediatamente decadere il diritto sospendendo l’erogazione dell’assegno, o determinando la sua riduzione nel caso ci siano altri figli con requisiti idonei.

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